Nell’ordinanza n. 13507 della Sezione Tributaria la Corte di Cassazione (Pres. Crucitti, Rel. Chieca), depositata il 15 maggio 2023, la Suprema Corte torna ad occuparsi della notifica delle cartelle di pagamento con consegna ai familiari del contribuente.
La Corte accoglie il primo motivo di ricorso della contribuente, risultando con ciò assorbiti gli altri. La doglianza viene formulata ai sensi dell’art. 360, comma 1, n. 3) c.p.c., denunciando la violazione e/o la falsa applicazione dell’art. 60, comma 1, lettera b-bis), del D.P.R. n. 600 del 1973 e dell’art. 26, comma 5, del D.P.R. n. 602 del 1973.
E, come detto, il motivo viene ritenuto fondato.
Al riguardo i Giudici di legittimità rilevano come la CTR abbia accertato in fatto che sette cartelle di pagamento (oltretutto nemmeno indicate in modo specifico nella sentenza, onde distinguerle dalle altre) erano state notificate ai sensi dell’art. 139, comma 2, c.p.c. mediante consegna di copia a familiari della contribuente.
Tuttavia la sentenza, non ha dato alcun conto di aver verificato se, in relazione ai predetti atti esattivi, risultasse inviata alla destinataria la raccomandata informativa. Il predetto invio è infatti prescritto, secondo la Corte, dall’art. 60, comma 1, lettera b-bis), del D.P.R. n. 600 del 1973 nel testo risultante a seguito delle modifiche apportate dal D.L. n. 223 del 2006, convertito in L. n. 248 del 2006-, applicabile alla notificazione della cartella di pagamento in virtù del richiamo operato dall’art. 26, ultimo comma, del D.P.R. n. 602 del 1973.
Poiché dalle allegazioni svolte in questa sede dalle parti si evince che alcune cartelle erano state notificate successivamente al 4 luglio 2006, data di entrata in vigore del menzionato D.L. n. 223 del 2006, deve ritenersi che il collegio d’appello sia incorso nella denunciata violazione di legge, non avendo positivamente accertato la ricorrenza di tutti i presupposti normativamente richiesti per la validità della notifica.