In questo caso si tratta di tre distinti contribuenti che hanno proposto ricorso per la stessa questione (tassazione pro quota di una plusvalenza per cessione di area edificabile).
La commissione provinciale ha respinto i ricorsi e i contribuenti hanno presentato un unico atto di appello. Tale impostazione è stata bocciata dalla CTR competente che ha ritenuto inammissibile l’appello cumulativo.
La sentenza del 24 ottobre 2014 n. 22657 della Corte di Cassazione ribalta invece questa impostazione formale tenuta dai Giudici regionali che, senza esaminare il merito, hanno dichiarato l’inammissibilità per l’assenza del requisito dell’identità delle parti.
La Cassazione sottolinea viceversa come l’orientamento costante della giurisprudenza afferma che è possibile impugnare con un unico atto più sentenze o più provvedimenti autonomi, purché le sentenze o le altre decisioni siano pronunciate fra le medesime parti e che abbiano identico oggetto.
Con riferimento poi al processo tributario, le Sezioni unite (sentenza 3692/2009) hanno chiarito che l’impugnazione cumulativa contro più decisioni, sebbene riferite a periodi d’imposta diversi, ma attinenti a uno stesso rapporto giuridico dalla cui soluzione può derivare un’unica e comune questione di diritto, legittima un giudicato rilevabile d’ufficio. E ancora la sentenza 4490/2013 ha precisato che la proposizione congiunta da parte di più soggetti contro atti con la stessa questione è legittima quando dalla decisione può dipendere la soluzione di tutti.
