Il Sole 24 Ore di oggi segnala la vicenda giudiziaria che ha interessato una richiesta danni per contenuti pubblicati on line sulla “enciclopedia” Wikipedia. Ovviamente non è una sentenza a contenuto tributario come di solito segnaliamo, ma la riteniamo importante per chi inserisce dei contenuti sul web gratuitamente e senza rapporti contrattuali con eventuali autori.
La prima sezione civile del tribunale di Roma, con una sentenza depositata il 9 luglio scorso ha ritenuto che Wikimedia foundation non debba rispondere delle affermazioni diffuse dalla predetta enciclopedia online.La sentenza conferma peraltro una precedente pronuncia.
Secondo il giudice «non è sostenibile l’equiparazione della posizione dell’hosting provider a quella prevista dall’articolo 11 della legge n. 47 del 1948 in tema di reati commessi con il mezzo della stampa». Pertanto la figura del provider che accoglie contenuti di terzi non è sovrapponibile a quella dell’editore, per cui una disposizione della legge stampa prevede una responsabilità “automatica”.
La motivazione, molto lineare sotto il profilo logico e giuridico, elenca alcune ragioni: 1) l’assenza di un rapporto negoziale con chi scrive 2) la quantità di dati immessa dagli utenti, che renderebbe inesigibile un controllo effettivo, e implicherebbe una responsabilità oggettiva praticamente illimitata 3) il fatto che la normativa sul commercio elettronico esclude in genere una responsabilità del provider per gli illeciti degli utenti estranei al suo controllo e autorità.