Custodia cautelare inibita per il consulente fiscale se è trascorso troppo tempo dai fatti.

by Luca Mariotti

Interessante sentenza di Cassazione la n. 45249 del 3 novembre 2014. Interessante per la vicenda che è quella di una frode carosello nella quale è stato imputato anche il consulente sul presupposto della sua competenza in materia e del fatto che i contribuenti fossero da ritenere soggetti palesemente incapaci di elaborare una frode senza il contributo di un fiscalista esperto.

In realtà l’elemento sottolineato dai primi commentatori della sentenza oggi è proprio il collegamento del reato alla figura del consulente. Collegamento che appare tuttavia estraneo alle valutazioni fatte dalla Corte che si limita ad affermare che sotto tale profilo l’ordinanza impugnata appare in linea coi requisiti che si richiedono in punto di misure cautelari personali e che sono esaminabili dal giudice di legittimità.

Tali requisiti che rendono l’atto insindacabile sotto il profilo di legittimità sono, a giudizio della Corte: 1) l’esposizione delle ragioni giuridicamente significative che lo hanno determinato; 2) l’assenza di illogicità evidenti, ossia la congruenza delle argomentazioni rispetto al fine giustificativo del provvedimento.

A tal proposito la Cassazione rileva che l’ordinanza ha analiticamente considerato, con riguardo al meccanismo della frode  carosello posto in essere e in relazione alle varie società coinvolte dai capi d’imputazione, il ruolo dell’indagato di intermediario per l’invio delle dichiarazioni, di consulente fiscale rispetto a soggetti palesemente incapaci di elaborare una frode senza il contributo di un fiscalista esperto.

In merito alla misura cautelare richiesta per fatti risalenti al 2011 poi, la Corte ha ricordato che i suoi stessi precedenti affermano che la distanza temporale tra i fatti e il momento della decisione cautelare, giacché tendenzialmente dissonante con l’attualità e l’intensità delle esigenze cautelari, comporta un rigoroso obbligo di motivazione sia in relazione a detta attualità sia in relazione alla scelta della misura, dovendosi ritenere che ad una maggiore distanza temporale dai fatti corrisponda un affievolimento delle predette esigenze.

Il consulente quindi non può essere sottoposto a custodia cautelare se fra la frode fiscale e l’ordinanza che convalida la misura è trascorso un lasso di tempo abbastanza rilevante, in questo caso tre anni.

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